2 Dicembre 2019
Nel XIX secolo i maestri erano inglesi e scozzesi. Anzi, agli albori la Scozia era tecnicamente superiore: tanto che i club inglesi vi pescavano a piene mani. Nella scia del successo della coppa, nata nel 1873, la prima edizione del campionato scozzese fu organizzata dal Renton, invitando i rappresentanti di altri 13 club in un albergo di Glasgow nella primavera del 1890.
Il torneo d'esordio, al quale si iscrissero 11 squadre - rigorosamente dilettantistiche, sparse nel raggio di poche decine di chilometri - ebbe luogo tra il 16 agosto 1890 e il 12 maggio 1891. Dopo quattro giornate fu escluso proprio il Renton, promotore dell'iniziativa e vincitore della storica gara inaugurale (4-1 sul Celtic, a margine dell'Esposizione internazionale di scienze, arti e industria, allestita in quel periodo a Edimburgo), colpevole del peccato mortale di aver affrontato in amichevole - e quindi implicitamente legittimato - i professionisti del St. Bernard's di Edimburgo. In lizza rimasero dunque cinque club di Glasgow e dintorni (Rangers, Celtic, Third Lanark, Cowlairs e Cambuslang), due di Paisley (St. Mirren e Abercorn), gli Hearts di Edimburgo, il Vale of Leven di Alexandria e il Dumbarton.
Tre pretendenti. La stagione fu appassionante ed ebbe tre grandi protagoniste: Dumbarton e Rangers, che ingaggiarono una volata lunga nove mesi macinati a ritmi pazzeschi; e il Celtic, che da bravo terzo incomodo finì letteralmente per arbitrare la corsa al titolo. A dimostrazione che nell'era pionieristica gli equivoci sullo status dei calciatori erano all'ordine del giorno, ben tre squadre (Celtic, Third Lanark e Cowlairs) vennero penalizzate di 4 punti per l'impiego di giocatori irregolari.
Il Dumbarton, maglie gialle e nere, vincitore della Scottish Cup nel 1883, interpretò il ruolo della lepre. Trascinato dai gol di John Watson Bell, per tutti semplicemente Jack, possente ala indigena che in seguito fece le fortune di Everton, Celtic e Preston, e del meno appariscente ma implacabile John Taylor (27 centri in stagione!), andò in testa al terzo round e vi rimase in solitaria fino a fine marzo, forte di un ruolino strepitoso: 11 vittorie, 3 pareggi, nessuna sconfitta e la bellezza di 51 reti segnate. Di più: nel bollente catino domestico di Boghead Park inflisse un memorabile 5-1 ai favoriti Rangers.
A quattro turni dal termine il Dumbarton aveva due punti di margine proprio sui Rangers, che a loro volta dopo la batosta in casa della capolista non avevano più perso. Se li mangiò sbagliando le due sfide chiave: l'11 aprile sul campo del Celtic (0-1), ormai tagliato fuori dalla corsa al bersaglio grosso ma orgoglioso quanto basta; e il 25 aprile proprio nella tana dei Rangers. Un pari nello scontro diretto sarebbe bastato al Dumbarton per chiudere matematicamente il conto, invece finì 4-2 e si riaprì tutto.
Il sorpasso mancato. Arrivò maggio e la situazione si era ribaltata: rivali appaiate, ma i Gers avevano due partite da giocare e i Sons of the Rock una sola. Quindi i blues erano padroni del proprio destino e di una bella fetta di scudetto. Il 2 maggio, mentre il Dumbarton chiudeva il suo cammino vincendo 4-2 a St. Mirren, il Celtic giocò un clamoroso scherzo al popolo di Ibrox, facendo sua in trasferta l'Old Firm decisiva (2-1) e bruciando le chances di sorpasso al vertice dei cugini. Ai Rangers non restò che dominare il recupero col Third Lanark (4-1 il 9 maggio) e centrare l'obiettivo minimo dell'aggancio.
Che fare? Nessuno aveva previsto l'eventualità di un ex aequo e il regolamento, ancora acerbo, nulla diceva in proposito. Differenza reti e quoziente reti, futuri criteri di decisione, sarebbero stati favorevoli al Dumbarton (61-21 contro 58-25), ma invece di forzare si scelse di disputare uno spareggio secco. La partitissima fu fissata per giovedì 21 maggio 1891: il Third Lanark, terzo club di Glasgow, offrì il proprio stadio, Cathkin Park, il più grande della lega con i suoi 15mila posti rigorosamente in piedi, e il proprio arbitro, mister John Marshall (ai tempi pionieristici la terzietà formale dei fischietti non esisteva, e nemmeno era richiesta: ogni squadra selezionava direttori di gara ufficiali tra i propri soci).
La partitissima. Si giocò in un pomeriggio di sole davanti a diecimila testimoni. I Rangers partirono bene: sbloccarono già al 5' grazie all'ala destra David Hislop, continuarono ad attaccare, si imbatterono nell'ottimo portiere John McLeod e si videro annullare il raddoppio di John Henderson per un discusso fuorigioco. Dai e dai, però, ottennero il giusto premio al termine dell'ennesima percussione, con lo stesso Hislop a convertire da due passi, in anticipo sul portiere, un cross di Kitey McPherson. Poi sfiorarono il tris con Allan.
Finita? Il 2-0 di metà cammino stava persino stretto ai Rangers, e la ripresa non cambiò copione. Nulla faceva presagire ciò che accadde negli ultimi 20'. Il Dumbarton, fin lì sovrastato e resiliente, pugnace e fortunato nel limitare il passivo, improvvisamente riaprì il discorso grazie a un'azione personale di Taylor, che dribblò mezza difesa prima di infilare il portiere Reid. Cinque minuti dopo Miller risolse una rocambolesca mischia sottoporta per il clamoroso pareggio.
L'inatteso sviluppo tagliò le gambe ai Rangers e mise le ali al Dumbarton, che nell'ultimo quarto d'ora provò addirittura a vincerla, senza riuscirci. Al fischio di Marshall non c'era ancora un campione di Scozia, né esistevano i tempi supplementari. La palla tornava dal campo agli uffici della neonata lega scozzese.
In attesa della decisione, il Dumbarton partì per un giro di amichevoli nel nord della Scozia. Lì fu raggiunto dalla notizia che sì, i Sons erano campioni, ma insieme ai Rangers: per la prima e unica volta nella storia del massimo campionato scozzese lo scudetto fu assegnato a due squadre, senza cercare di dirimere ulteriormente l'ostinata parità.
Il dopo. Il Dumbarton proseguì il ciclo d'oro: nel 1892 si confermò campione, stavolta in solitaria, precedendo di due punti il Celtic. Poi iniziò il declino: la sesta finale di Scottish Cup del 1897 (tutte perse, tranne quella dell'83) lenì appena la delusione per la retrocessione in seconda divisione, avvenuta l'anno prima. La crisi, nerissima, fu conclamata al cambio di secolo: travolto dai problemi finanziari, il club chiuse nel 1901 e ricominciò da zero nel 1905, non ritrovando mai più i fasti degli albori. Ha abbandonato Boghead Park nel 2000, dopo 121 anni, e oggi milita in terza serie. Rangers e Celtic, invece, sono le squadre guida del Paese.
Di Jack Bell, personaggio leggendario, si racconta che alla vigilia di una partita della nazionale fu investito da una delle rade auto circolanti all'epoca, e lui non solo ne uscì indenne, ma giocò regolarmente. Nel 1899 divenne il primo presidente del sindacato calciatori inglese. Fece anche l'allenatore, morì in Canada nel 1956.
Solo un'altra volta il campionato scozzese ha avuto bisogno di un spareggio per assegnare il titolo: accadde nel 1905, quando il Celtic batté nel derby decisivo i Rangers per 2-1.